ll 29 febbraio il rito alla Visitazione

Quattro catecumeni: ora sono “eletti”

«Dono di grazia, dono di salvezza: è questo il tempo che ci guida a Pasqua»: cantando queste parole abbiamo iniziato – nella chiesa del monastero della Visitazione, in Como – la celebrazione durante la quale hanno apposto il loro nome nel libro degli Eletti i quattro catecumeni di quest’anno: Armin Zamani Poor, dall’Iran (costretto a fuggire per motivi religiosi) e ora nella parrocchia “SS. Gervasio e Protasio” in Sondrio, che ha scelto come nuovo nome cristiano Marco; Jenny Osamede Ogiugo, dalla Nigeria e ora nella parrocchia “SS. Angeli custodi” di Curcio, in Colico, che ha scelto come nuovo nome cristiano Ester; Josué Fozeng Siewe, dal Cameroun e ora inserito nella parrocchia “San Michele” di Cavallasca, che ha scelto come nuovo nome cristiano Giuseppe; Virginia Sordelli, dalla parrocchia “SS. Vincenzo e Anastasio” di Capiago.
Sì, un grande «dono di grazia» sarà per loro, dopo due anni di preparazione, questa Quaresima, cadenzata dai momenti che vivranno nelle rispettive comunità parrocchiali: la consegna del “Credo” e del “Padre nostro”; gli scrutini ai quali senza timore si sottopongono per ricevere forza da Gesù: Acqua che dà vita, Luce che illumina il cammino, Vita nuova ed eterna. Questa ricchezza di segni e gesti li condurrà alla solenne Veglia pasquale dell’11 aprile, nella quale saranno battezzati e cresimati dal Vescovo, e da lui riceveranno la “prima Comunione”. Il rito – un po’ “sacrificato” a motivo delle disposizioni vigenti – è stato vissuto con intensità da parte di tutti i presenti: il Vescovo e i quattro eletti; i parroci, gli accompagnatori, i padrini e madrine designati. La comunità monastica ha partecipato con affetto e sollecitudine, e ha prolungato l’accoglienza con un momento di incontro, nel quale le religiose hanno potuto conoscere di persona chi
già da tempo è nel loro cuore e nelle loro preghiere, e noi abbiamo potuto conoscere qualcosa del loro stile di vita.
Poter essere presenti a questo momento decisivo, condividendo la gioia di chi ha incominciato a credere nel Signore Gesù e per questo chiede alla sua Chiesa di essere ammesso ai sacramenti, è stato un grande dono anche per noi, che fin da piccoli, nelle nostre case, siamo cresciuti nella fede cristiana; che siamo stati contenti di favorirla anche nei nostri figli, mostrandone con tutti i nostri limiti la bellezza; e che ora rischiamo di dare tutto per scontato, dimenticando la forza dello Spirito che abita in noi… Anche così, suscitando queste riflessioni, il Signore aiuta le nostre comunità – anno dopo anno, catecumeno dopo catecumeno, qua e là nella nostra vasta diocesi – a “fare Quaresima”, e a prepararci alla sua Pasqua.

Da “Il Settimanale” del 5 marzo 2020